Grotta dei Cervi al Tg5 grazie a un permesso speciale della Sopr Archeologica Puglia a Laura Riccetti e agli operatori Paolo Laku e Francesco Ciarnò.
Il servizio, realizzato con la collaborazione del Dr. Italo Maria Muntoni della Soprintendenza Archeologica di Puglia e lo speleologo Nini Ciccarese (il “Custode” della Grotta), è andato in onda domenica 29 maggio 2016 nella edizione delle 13.00. Un secondo pezzo è stato trasmesso nella stessa giornata nella edizione della notte.
Questo il testo del servizio sulla Grotta dei Cervi al Tg5 – EDIZIONE H13 del 29 maggio 2016 (durata 2:11)
Non tutti sanno che è a Porto Badisco, a Sud di Otranto, che si trova il complesso pittorico neolitico più imponente d’Europa, la Grotta dei cervi. Questo perche’ non si puo’ visitare, è sigillata, le mutazioni delle condizioni ambientali potrebbero distruggere questo tesoro. Da questa estate pero’ si potrà studiarne ogni dettaglio e percorrerla in 3D nel castello di Otranto ma eccezionalmente al Tg5 è stato concesso un viaggio straordinario nella preistoria.
“L’ingresso non è dei piu’ agevoli, occorre strisciare in un cuniculo di una trentina di metri, con qualche cm di acqua e fango a terra. E ci siamo dovuti attrezzare anche per proteggere le telecamere”. Poi è la meraviglia. E si capisce perche’ la Grotta dei Cervi sia persino piu’ bella di quelle piu’ famose di Lascaux e Altamira di epoca paleolitica. E’ stata scoperta solo 46 anni fa, nel 70, ed è stata definita dal National Geographic la Cappella Sistina del neolitico, uno scrigno di reperti del 5° millennio A.C. Ma forse sarebbe piu’ corretto paragonarla a un testo sacro scritto in una lingua ignota, con pitture astratte.
A suggerirlo tanti simboli, come le mani dei bambini impresse nella volta alla fine di un corridoio, testimonianza di un rito iniziatico come spiega il Dr. Italo Maria Muntoni della Soprintendenza Archeologica di Puglia: “Abbiamo delle figure di uomini con archi che vanno a caccia di cervi e poi simboli misteriosi, geometrici, spirali, segni di cui non conosciamo il significato (nè forse mai lo sapremo) ma restiamo innamorati, meravigliati, estasiati dinanzi a oggetti, delle figure rappresentate da uomini che sono entrati qui nel buio, hanno preso del guano e hanno disegnato questi meravigliosi segni”. Fra tutti ne spicca uno, sottolinea lo speleologo Nini Ciccarese, il custode di questo tesoro: “Questo è lo sciamano, il simbolo della grotta dei cervi, lunga piu’ di 2mila metri e con piu’ di 3mila pittogrammi distribuiti su pareti che si sviluppano per circa 900 metri” grotta dei cervi al tg5
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